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sindrome metabolica di tipo ii
di Stefania Cazzavillan
La sindrome metabolica (SM) e la sua evoluzione di diabete di tipo 2 (DT2) sono condizioni serie in preoccupante aumento nell’attuale contesto storico caratterizzato da elevato stress e alimentazione non adeguata, che portano a numerose sintomatologie e complicazioni patologiche quali obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari, neurologiche e renali.
L’infiammazione cronica è alla base dell’insorgenza della sintomatologia ed è collegata all’innesco di una resistenza insulinica che non permette all’organismo di utilizzare adeguatamente lo zucchero ematico. L’insulina è infatti un ormone prodotto dal pancreas che permette l’accesso del glucosio alla cellula che può così utilizzarlo per produrre l’energia necessaria a svolgere le sue funzioni. La resistenza all’insulina porta ad un aumento anomalo della glicemia postprandiale (lo zucchero non riesce ad accedere alle cellule) con, nel tempo, alterazione del profilo lipidico (colesterolo, HDL, trigliceridi), aumento del deposito viscerale di grasso e induzione di steatosi epatica. Se il processo non viene invertito, si arriva allo sviluppo di DT2 e del rischio di sviluppare numerose altre patologie correlate, tra cui un aumento del rischio cardiovascolare, la sindrome dell’ovaio policistico, l’ipertrofia prostatica e situazioni di neurodegenerazione quali il morbo di Alzheimer.
La SM e il DT2 possono essere prevenuti intervenendo sullo stile di vita, alimentazione e attività fisica, e con l’utilizzo di integratori in grado di migliorare la resistenza insulinica e l’infiammazione cronica.
I funghi, rimedi millenari, esercitano numerose azioni benefiche sull’organismo (antinfiammatorie, antimicrobiche, di modulazione immunitaria, di prevenzione tumorale, etc) e sono stati utilizzati come rimedi antidiabetici fin dai tempi antichi. Numerosi studi recenti confermano questa azione protettiva, grazie al contenuto di molecole bioattive quali i polisaccaridi (β-glucani) e le glicoproteine, i triterpeni, i fitosteroli e molte altre sostanze benefiche in essi contenute. Tali molecole, con modalità diverse hanno effetto anti-iperglicemico. I β-glucani in particolare, esercitano un effetto protettivo sia a livello epatico che pancreatico, riducono il picco glicemico e migliorano la resistenza periferica all’insulina. Il consumo regolare di funghi, sia come alimentazione che come integrazione, riduce in modo significativo la glicemia, i livelli di colesterolo e trigliceridi, aumentando il valore dell’HDL (colesterolo buono), migliorando anche il controllo del peso.
La maggior parte dei funghi medicinali esercita tali effetti, ma alcuni di essi sono considerati più efficaci nella gestione della sindrome metabolica e delle sintomatologie correlate, e sono la Grifola frondosa o Maitake, il Coprinus comatus, il Cordyceps sinensis, il Lentinus edodes o Shiitake e il Ganoderma lucidum o Reishi. Ognuno di essi esercita azione di controllo sull’infiammazione cronica migliorando l’attività metabolica cellulare e prevenendo le patologie cardiovascolari e neurodegenerative.
Il Maitake è particolarmente indicato in caso di soprappeso ed obesità ed esplica una chiara attività ipoglicemizzante e antiipertensiva; la sua attività antidiabetica è legata principalmente al metabolismo cellulare del glucosio. Il suo principale meccanismo di azione, come per il Coprinus comatus, è l’aumento dell’espressione genica del recettore per l’insulina. Il Coprinus ricco in Vanadio è inoltre in grado di proteggere e revitalizzare le cellule beta del pancreas, migliorandone la funzione. Lo Shiitake migliora i livelli di HDL e mantiene pulite le arterie, riducendo il rischio di aterosclerosi e di ipertensione; Cordyceps e Reishi esercitano entrambi un effetto anti-iperglicemico, di protezione cardiovascolare e neurologica, migliorano le funzioni epatiche, l’ossigenazione ed il metabolismo cellulare. Ognuno di questi rimedi esercita inoltre un importante effetto anti-senescenza.
Un utilizzo preventivo dei funghi permette quindi di prevenire le malattie metaboliche e le loro conseguenze e, nel caso in cui fossero già in atto, di invertire il processo patologico.
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